Alcune settimane fa, ho avuto il piacere di incontrare l'amico Fabio Perrotta, Senior Manager e responsabile dello sviluppo tecnico nel settore dei polimeri stirenici per il Sud Europa presso BASF. La nostra chiacchierata si è rivelata molto interessante, incentrata principalmente sulla sostenibilità nel settore delle costruzioni. Fabio mi ha fornito numerose informazioni preziose che mi hanno permesso di riflettere più a fondo su questo argomento.
In questo breve articolo, vorrei condividere con voi le mie considerazioni personali, nate proprio da quel nostro incontro, e alcune delle informazioni che Fabio mi ha dato. Spero che queste riflessioni possano offrire spunti utili e stimolare ulteriori discussioni sull’importanza della sostenibilità nelle costruzioni.
La sostenibilità abbraccia una vasta gamma di dimensioni
Nel mondo contemporaneo, la sostenibilità si è tessuta in un complesso mosaico di azioni, politiche e filosofie che intersecano la vita quotidiana, l'economia globale e l'etica collettiva.
Non si limita più alla sola conservazione ambientale, ma abbraccia una vasta gamma di dimensioni, intrecciando insieme il benessere ecologico, economico, sociale e culturale della nostra società.
Immaginiamo una Terra dove ogni gesto quotidiano, dalla semplice azione di riciclare alla scelta di fonti energetiche rinnovabili, possa essere un passo verso la riduzione dell'impatto ambientale.
Questo è il nucleo della sostenibilità ambientale: una sinfonia di pratiche che salvaguardano i nostri ecosistemi per garantire che continuino a fiorire per le generazioni a venire.
Ma non è sufficiente.
Nel contesto economico, la sostenibilità si manifesta come una transizione verso un'economia circolare che rigenera piuttosto che esaurire. Questo modello economico fa eco all'idea di prosperità in armonia con il nostro pianeta, promuovendo tecnologie verdi e modelli di business che rigenerano le nostre risorse naturali piuttosto che depredarle.
E anche questo non è sufficiente.
Dal punto di vista sociale, la sostenibilità si fa portatrice di equità e accesso a condizioni di vita dignitose per tutti. Immaginate comunità in cui l'accesso a cibo, acqua, istruzione e giustizia sociale non sia un lusso, ma un diritto universale. Questo aspetto della sostenibilità mira a costruire società capaci di resistere e prosperare di fronte alle sfide future.
E non possiamo limitarci solo a questo.
Sul fronte culturale, la sostenibilità celebra e preserva la ricchezza delle nostre diversità culturali. In questo scenario, le pratiche sostenibili sono profondamente radicate nelle tradizioni locali, rispettando e valorizzando le conoscenze indigene come custodi di saggezza ambientale.
E non possiamo dimenticare l'innovazione tecnologica, che si pone come pilastro della sostenibilità, con lo sviluppo di soluzioni che riducono l'impronta ecologica dell'umanità e migliorano la qualità della vita. Questo spettro tecnologico si estende dall'energia pulita ai trasporti ecocompatibili, mostrando che il progresso può camminare di pari passo con la cura del nostro pianeta.
In questa era, la sostenibilità è un impegno condiviso che richiede l'azione concertata di individui, aziende e governi, un impegno verso un futuro in cui le risorse del nostro pianeta sono custodite con cura per assicurare un domani prospero e rigenerativo per tutti.
Ma questa complessità, che ci costringe innanzitutto a uno sforzo culturale individuale, ancor prima che collettivo.
Il ruolo della chimica
In questo contesto molto spesso facciamo l'errore di affrontare l'argomento creando delle liste di buoni e cattivi, e tra i cattivi, molto spesso mettiamo al primo posto la chimica. Ma la chimica è davvero cattiva?
Ed ecco allora l'utilità della conversazione con Fabio Perrotta, di BASF.
Premessa, io sono perito chimico e ingegnere chimico, e per questo ho sempre pensato che il legame estremistico chimica=insostenibilità fosse profondamente sbagliato. E in un'epoca contrassegnata da sfide ambientali senza precedenti la domanda che mi sono sempre posto è come la chimica possa svolgere il suo ruolo. Autoeliminandosi? No!
L'approfondimento con Fabio mi ha dato alcune delle risposte che cercavo.
Innanzitutto quello che è emerso è che la sfida debba essere vissuta dall’industria ragionando come un leader visionario, impegnato a reinventare l'industria chimica per un futuro più sostenibile, non limitandosi a perseguire soluzioni sostenibili, ma impegnandosi in una trasformazione radicale che rivoluziona il modo in cui la chimica viene prodotta lungo l'intera catena del valore.
Questo ambizioso percorso si fonda su due principi cardinali: l'adozione di obiettivi ambiziosi e il mantenimento di impegni realistici.
E’ una visione rivoluzionaria che comporta scelte radicali, perchè non solo accetta la sfida di ridurre l'impronta carbonica della propria produzione, ma si posiziona anche come catalizzatore di cambiamento sostenibile nell'industria chimica globale. L'azienda deve mirare a diventare una fonte di ispirazione e un modello per l'innovazione, guidando il settore verso pratiche più ecologiche e responsabili.
Questo impegno riflette una comprensione profonda del ruolo cruciale che la chimica può giocare nel costruire un mondo sostenibile, dimostrando che l'ambizione e la realtà possono convergere per creare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze del pianeta e delle sue generazioni future.
E per fare questo occorrono anche moderni strumenti di misurazione delle prestazioni sostenibili. Strumenti che abbraccino questa complessità.
Efficientamento energetico delle abitazioni
Con Fabio abbiamo sviluppato questi concetti attraverso una loro applicazione a uno degli ambiti più importanti sul fronte dell'impatto climatico e del nostro settore: quello dell'efficientamento energetico delle abitazioni e delle esigenze progettuali da parte dei professionisti del settore.
Ci siamo ritrovati nella visione che oggi, più che mai, sia fondamentale che la progettazione e la committenza ponga sempre più attenzione alla scelta dei materiali costruttivi i quali devono rispondere e rispettare le normative vigenti ed essere realmente virtuosi e in linea con i dettami della nuova bioediliza.
Come fare questo in pratica?
Nel momento nel quale si sceglie un prodotto o una applicazione questa deve essere valutata lungo tutto il ciclo di vita solo così si può capire quale è il reale impatto ambientale di un prodotto ovvero il proprio CARBON FOOT PRINT.
Perciò la valutazione e la scelta è oggi una fase determinante del progetto perché è fin dalle fasi progettuali che si può capire quanto la scelta dei materiali e di conseguenza la costruzione risparmierà in CO2 lungo tutto il suo ciclo di vita e questo è l’ obbiettivo primario posto da tutti i paesi nel mondo per il 2050 ovvero diventare Carbon Neutral.
Perrotta mi ha spiegato che BASF ha già risposto a queste esigenze introducendo nel mercato dell’edilizia un nuovo EPS il Neopor® BMBcert® realizzato attraverso il metodo produttivo BMB Biomass Balance, secondo il quale fino al 100% delle fonti fossili primarie viene sostituito da fonti rinnovabili sostenibili all’inizio della produzione e attribuite ai rispettivi prodotti finali, utilizzando un modello di calcolo certificato secondo lo schema REDcert2.
Con il metodo Biomass Balance, non solo si contribuisce al risparmio di fonti fossili primarie, ma si migliora ulteriormente il profilo ambientale dei prodotti.
Attraverso queste scelte l’impatto ambientale dei pannelli realizzati con Neopor® BMBcert® migliora del 66%, rispetto a quello dei pannelli in Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS) tradizionale grazie a un’importante riduzione delle emissioni di CO2
Fabio Perrotta mi ha sottolineato che è per questo che "Neopor® BMBcert® si presenta perciò al mercato con caratteristiche uniche, che soddisfano i più importanti requisiti tecnici, normativi e ambientali riducendo drasticamente le emissioni di CO2 emesse rispetto a quelli tradizionali."
L'attestazione della sostenibilità
Ho chiesto a Fabio come sia possibile però trasformare questi valori intrinsechi di una soluzione in valori riconosciuti dal mercato.
Fabio mi ha risposto che "queste caratteristiche proprie del Neopor® BMBcert® sono riconosciute come materia prima nell’ambito del processo di certificazione anche attraverso lo schema Remade in Italy® che rimane al momento uno dei pochissimi schemi di certificazione accreditato nello specifico rivolto alla verifica del contenuto di riciclato in un prodotto (o materiale o semilavorato), applicabile a tutti i settori, materiali e settori produttivi, compresi prodotti multimateriali. I pannelli isolanti realizzati con Neopor® BMBcert® di BASF possono essere certificati come 100% riciclati, in classe A+, secondo lo schema di certificazione ReMade in Italy®."
Ovviamente, e come editore ne sono ben consapevole, non basta il avere prodotti sostenibili con certificati sostenibili, è necessario anche comunicare a chi progetta e chi costruisce questi valori.
E su questo Fabio Perrotta mi ha evidenziato una novità: "Per sostenere i progettisti , costruttori e chiunque vuole informarsi meglio del metodo BMB e Neopor® BMBcert® abbiamo realizzato un sito dedicato che non a caso si chiama ISOLANTI LOWCO2 dove vengono riportate informazioni a 360 gradi sul metodo produttivo, il ruolo di Remade in Italy ma anche case history, una selezione di prodotti realizzati dai partner con Neopor® BMBcert® già disponibili sul mercato per realizzare progetti virtuosi in linea con tutte le nuove normative e trend di progettazione LOW CARBON FOOT PRINT oltre ad altre notizie e curiosità che riguardano il mondo BMB."
Oltre ovviamente alla storica collaborazione con la nostra testata.
Fonte: https://www.ingenio-web.it/articoli/sostenibilita-economica-ambientale-e-sociale-brevi-riflessioni-su-un-concetto-non-sempre-chiaro/